domenica 1 marzo 2015

Il libro della vita

Osservando la questione da un punto di vista strettamente psicologico, un qualsiasi giorno della nostra vita è realmente una piccola replica dell’intera esistenza.
Da tutto questo possiamo dedurre quanto segue: se un uomo non lavora su se stesso oggi, non cambierà mai.
Quando si dice di voler lavorare su se stessi, ma non si lavora oggi e si rimanda tutto a domani, tale affermazione sarà un semplice progetto e nient’altro, perché nell’oggi c’è la replica di tutta la nostra vita.
Al riguardo esiste un detto popolare che dice: “Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi”.
Se uno dice: “Domani lavorerò su me stesso”, non lo farà mai, perché ci sarà sempre un domani.
Questo è molto simile ad un cartello, annuncio o iscrizione che alcuni commercianti espongono nel loro negozio: “Oggi non si fa credito, domani sì”.
Quando un bisognoso viene a chiedere credito, s’imbatte nel terribile avviso e se torna il giorno dopo, trova ancora quel dannato annuncio o cartello.
Questa è ciò che in psicologia si chiama la “malattia del domani”, non cambierà mai.
Dobbiamo lavorare su noi stessi oggi, con la massima e inderogabile urgenza, e non sognare pigramente un futuro o un’opportunità straordinaria.
Coloro che dicono: “Prima farò quella certa cosa, poi lavorerò”, non lavoreranno mai su se stessi. Costoro sono gli abitanti della terra menzionati nelle Sacre Scritture. Ho conosciuto un grande proprietario terriero che diceva: “Prima devo sistemarmi, poi lavorerò su me stesso”.
Quando si ammalò in modo incurabile andai a trovarlo e gli domandai: “Vuoi ancora sistemarti?”.
“Rimpiango veramente di aver perso tempo”, mi rispose. Morì qualche giorno più tardi, dopo aver riconosciuto il suo errore.
Quell’uomo possedeva molte terre, però voleva impadronirsi delle proprietà vicine, “sistemarsi”, finché la sua tenuta non fosse stata esattamente delimitata da quattro strade.
“A ciascun giorno basta il suo affanno!” disse il Gran Kabir Gesù. Auto-osserviamoci oggi stesso, nell’ambito del giorno che sempre ricorre, miniatura della nostra intera vita.
Quando un uomo inizia a lavorare su di sé oggi stesso, quando osserva i propri dispiaceri e le proprie pene, sta seguendo la strada del successo.
Non è possibile eliminare ciò che non conosciamo. Prima dobbiamo osservare i nostri errori.
Dobbiamo conoscere non solo la nostra giornata, ma anche il rapporto che abbiamo con essa. Vi è una certa “giornata normale” che ogni persona sperimenta direttamente, salvo i fatti insoliti, inconsueti.
È interessante osservare la ricorrenza quotidiana, la ripetizione per ogni persona di parole, di fatti, ecc.
Questa ripetizione o ricorrenza di eventi e di parole merita di essere studiata, ci porta all’autoconoscenza.
 
Samael Aun Weor



 

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