Perché solo la Gnosi può salvare il mondo?
Perché la Gnosi è una saggezza intuitiva che proviene dal tuo intimo: per
questo è salvifica, perché cambia il tuo modo di pensare, sentire e agire.
Lo fa trasformando la consapevolezza che hai di te stesso e del mondo che ti
circonda, mutando il piombo delle tue pulsioni egoiche nell’oro dell’amore
vero, quello che si dona disinteressatamente.
Allora l’orgoglio — quel desiderio di affermarsi, di essere riconosciuti, di
sentirsi importanti — si trasforma in autentica umiltà; la rabbia diventa
serenità; la paura si trasforma in consapevolezza della presenza divina, in
forza interiore, e così via.
La Gnosi non è un credo settario, né un dogma o una fuga dalla realtà. Non
si tratta di credere in qualcosa, né si apprende dai libri, e nessuno può
rivelartela: provenendo da dentro, è un vissuto interiore che si conosce per
esperienza diretta e che conduce inevitabilmente al vero benessere interiore.
È un cammino di coscienza, sacrificio e amore vissuto con radicale sincerità.
Per questo è l’antidoto, la panacea a tutti i problemi, ai conflitti, ai
pregiudizi, alle ostilità e alle diffidenze che caratterizzano la società
odierna, costruita su una mentalità puramente agnostica.
O sei gnostico, oppure agnostico. Non ci sono vie di mezzo.
Agnostico è, per definizione, colui che non ascolta il proprio Intimo, che
non ha intrapreso un autentico cammino di auto-conoscenza e che quindi non può realmente
conoscere se stesso, anche se spesso coltiva l’illusione di farlo.
L’agnosticismo si ritrova anche nelle religioni dogmatiche, che — ignorando
i principi eterni e gli strumenti reali per la trasformazione dell’individuo —
hanno smarrito il loro vero scopo: elevare l’uomo dallo stato animale a quello
divino.
Sono diventate strumenti di indottrinamento e consolidamento del potere
economico, politico e sociale.
Quasi tutte le grandi religioni, nel tempo, sono state strumentalizzate: hanno
promosso una mentalità materialista e fondamentalmente atea, anche se
travestita da falsa spiritualità.
Diciamo “atea” perché il Dio che spesso viene venerato è un Dio falso,
inventato, comodo — a tratti capriccioso, incoerente e vendicativo — che non ha
nulla a che vedere con la realtà divina autentica.
Questo ha generato — e continua a generare — grande confusione nei fedeli, che
si auto-ingannano adottando una spiritualità utilitaristica, finalizzata al
mantenimento della propria condizione egoica e della propria sopravvivenza,
sempre condizionati da paure e attaccamenti, e senza reali cambiamenti
interiori profondi.
Così si fanno donazioni detraibili, magari pubblicizzandole per vanità o
addirittura per creare rapporti di dipendenza; oppure si offrono oggetti solo
quando non servono più — oggetti che altrimenti si butterebbero — o si fanno
offerte in punto di morte, quando quei beni non sono più utili, magari per
“guadagnarsi un posto in paradiso”.
Ma facendo un sincero esame di coscienza, possiamo riconoscere che molte azioni
che consideriamo “spirituali” sono in realtà motivate da tornaconto personale,
e raramente da un altruismo autentico, che nasce da una profonda consapevolezza
di essere parte dell’Assoluto, e dunque della stessa essenza degli altri.
L’agnosticismo è mancanza di conoscenza di sé.
E senza questa conoscenza costruiamo opinioni false su noi stessi e sul mondo,
rendendo impossibile un vero cambiamento.
Possiamo al massimo migliorare in apparenza qualche tratto del nostro
carattere, sempre per un tornaconto personale, ma non di più: non essendoci un
lavoro profondo di auto-conoscenza, l’ira rimane, anche se mascherata da falsa
pazienza; il disprezzo resta, anche se controllato esteriormente; così come
l’avidità, l’invidia e tutti quegli attaccamenti che impediscono all’essere
umano una vera elevazione dello spirito.
Ecco perché crediamo che il male sia sempre all’esterno: ci sentiamo vittime
di qualcuno o di qualcosa, sfortunati, mai responsabili delle storture della
società consumistica e materialista in cui viviamo.
Nel frattempo i rapporti umani si deteriorano sempre più; cresce la diffidenza
e l’indifferenza verso i nostri simili, ma ci riteniamo persone sensibili ed
evolute, riversando il nostro presunto amore sugli animali, sull’ambiente,
limitandoci magari a riempire i social di “like” e commenti pietistici, senza
accorgerci del rancore e del disprezzo che serbiamo dentro.
Desideriamo la pace, criticando i guerrafondai, ma non la coltiviamo dentro di
noi — e quindi non potremo mai ottenerla
all’esterno, dimostrando la stessa mancanza di empatia dei nostri governanti, verso il vicino di casa, il parente e l’amico
in difficoltà, voltandoci dall’altra parte.
L’agnostico si domanda se il paradiso o l’inferno esistano, dimostrando così
di non auto-osservarsi: paradiso e inferno sono infatti stati interiori
osservabili, presenti dentro ciascuno di noi.
Solo attraverso un serio lavoro di auto-purificazione possiamo incamminarci
verso un’autentica salvezza come anime.
Ora comprendiamo perché solo la Gnosi può salvarci e salvare il mondo?
Comprendiamo davvero cos’è la Gnosi? E che gnostici sono stati tutti i santi e
i mistici che hanno forgiato la propria anima sviluppando un amore divino e
incondizionato verso tutti gli esseri?
Credete ancora che la Gnosi sia la “religione” dei poteri forti e dei grandi
capitalisti che condizionano la vita di miliardi di persone, come si afferma in
certi ambienti cattolici?
Se è così, allora forse non volete davvero capire — e va bene così.
Ognuno risponderà di sé stesso al momento opportuno.
E chi continuerà a coltivare il proprio ego senza freni, quando vedrà crollare
il proprio mondo costruito su false certezze e valori illusori, forse allora —
se non sarà troppo tardi — proverà a cambiare qualcosa nella propria vita.
Non importa da dove veniamo, quale sia la nostra religione o cultura: in
ognuno di noi è nascosta una scintilla divina.
E se scegliamo, con coraggio, di iniziare questo viaggio verso la conoscenza
interiore, possiamo davvero dare un senso nuovo alla nostra esistenza — e
contribuire alla rinascita dell’umanità.
Per saperne di più: gnosigenova@gmail.com