L'origine della sofferenza è il desiderio, questo lo diceva il Buddha Shakyamuni già 2500 anni fa.
Oggi, al contrario, la vita non è altro che un rincorrere desideri, una ricerca continua e perenne di appagare i sensi. Dove ci porta e ci porterà tutto ciò?
Questo atteggiamento produce ambizione, invidie, gelosie, violenza e sofferenza, nonostante tutto, nonostante l'infelicità e l'insoddisfazione generale si spera nel cambiamento che non avverrà mai.
Esistono due realtà: quella esteriore e quella interiore. Chi ha sperimentato la pace del cuore tranquillo sa che la felicità, la vera felicità può trovarla solo dentro di sé, portando l'attenzione al proprio Essere interno, la sorgente di tutto, lo Zero Radicale Assoluto, dove saggezza felicità e amore sono infiniti. Chi, al contrario, cerca perennemente la felicità all'esterno, nell'appagamento dei propri desideri, cade continuamente nell'inganno e nell'illusione, assaporando la frustrazione di non aver mai abbastanza; ma l'illusione di un domani migliore è più forte, ed è l'unica cosa che lo mantiene in vita...
La cosa peggiore è che nascono discipline spiritualiste create ad hoc affinché il nostro ego possa continuare a vivere felice e indisturbato, alludendo al fatto che l'umanità stia evolvendo nell'attesa di fantomatici "salti quantistici", senza una didattica per eliminare concretamente i propri difetti qui ed ora. La logica dice che se oggi non si fa niente per cambiare, potremmo mai pretendere un mondo diverso domani?
Chi pensa che basta essere animalisti, sensibili ai problemi della natura, combattere le ingiustizie del mondo, magari, nei casi peggiori, con un semplice "mi piace" o condividendo un link sui social network, per sentirsi "evoluti", è semplicemente sulla strada dell'auto-inganno, perché dimentica se stesso e vive nella perenne lotta contro un nemico esterno, trascurando ciò che lo rende infelice all'interno di sé.
La persona realmente libera riesce ad essere sempre in equilibrio, aldilà delle circostanze esterne, in pace ed armonia con se stessa, ma questo è tremendamente difficile e richiede volontà, impegno e dedizione; non servono le belle parole di facciata, le "buone intenzioni", i pensieri "positivi" di false speranze, non serve apparire "buoni", serve concretezza, è necessario morire nei propri difetti qui ed ora.
Certo, pensare di fare un cammino credendo già prima di iniziare di essere saggi, maturi, generosi, lungimiranti, e con una mente illuminata è il colmo...
La cosa più facile è credere che tutti siamo esclusivamente Esseri divini, pieni di luce e traboccanti di amore...senza considerare le nostre zone d'ombra, il nostro inconscio che non ci permette di essere come vorremmo essere, infatti appena qualcuno ci volta le spalle o ci tratta male lo malediciamo, giudichiamo, condanniamo senza pensarci due volte; dov'è finita la luce, l'amore, la saggezza che credevamo di avere?
Preferiamo le vie facili, i paradisi artificiali, virtuali, creati dalle nostre menti o dall'uso di sostanze psicotrope naturali e non.
E' pericoloso pensare che l'umanità stia evolvendo continuando ad avere tutti quegli aspetti psicologici in noi che rendono questa società assurda; questo vuol dire rafforzarli sempre di più credendo di andare verso la strada giusta, mentre di fronte abbiamo il baratro.
Finché dentro di noi ci saranno invidia, gelosia, amor proprio, orgoglio, ambizioni, ecc. vivremo in una società malata e se non facciamo qualcosa di concreto ogni giorno per cambiare il nostro modo di pensare, emozionarci, ed agire, tutti nostri sforzi nella ricerca di una vera felicità e di un paradiso reale oggettivo saranno inutili.
Bisogna uscire dalla soggettività, dall'ego, dal "me stesso", arrivare allo Zero Radicale Assoluto, all'unione di tutti gli Esseri, ripulirci di tutti i nostri pensieri ed emozioni egoiche arrivare all'essenza con umiltà e senza auto-inganni, qui ed ora.
..."L’errore di molti pseudoesoteristi e pseudooccultisti moderni è indubbiamente radicato nell’amor proprio; amano se stessi, desiderano l’evoluzione della miseria che portano dentro... Desiderano continuare; anelano la perfezione di tutto ciò che non merita né perfezione, né continuazione... Queste persone dalla psiche soggettiva si credono ricche, potenti ed illuminate e, oltre a tutto, bramano una magnifica posizione nell’aldilà; in realtà non conoscono niente di sé, ignorano malauguratamente la propria impotenza, la loro nullità, sfacciataggine, sventura, miseria psicologica e nudità...
Noi, gnostici, non aspiriamo ad essere migliori o peggiori; vogliamo solo morire in noi stessi, qui ed ora...
Quando eleggiamo il dogma dell’evoluzione a fondamento delle nostre migliori aspirazioni, partiamo da una base falsa.
A noi, penitenti della rocciosa strada che conduce alla liberazione finale, mai interessa l’evoluzione. Sappiamo di essere afflitti e miserabili... non servirebbe a niente l’evoluzione di sé; preferiamo la morte suprema (dei difetti psicologici n.d.t.); solo con la morte avviene il nuovo.
Perché dovremmo lottare per l’evoluzione ed il progresso della nostra sciagura? È meglio la morte...
Se il seme non muore, la pianta non nasce. Quando la morte è assoluta, anche ciò che deve nascere è assoluto...
L’annichilazione totale del me stesso (della falsa personalità, dell'ego n.d.t.), la dissoluzione radicale del più amato che portiamo dentro, la disintegrazione finale dei nostri migliori desideri, pensieri, sentimenti, passioni, risentimenti, dolori, emozioni, aneliti, odii, amori, gelosie, vendette, collere, affetti, attaccamenti, tenerezze, lussuria, ecc., è urgente, indifferibile ed improrogabile, affinché possa sorgere la fiamma dell’Essere, colui che non è del tempo, colui che è sempre nuovo".
Samael Aun Weor, La Dottrina segreta di Anawak
Nuova Accademia Gnostica S.A.W. di Genova
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