Osservando la questione da
un punto di vista strettamente psicologico, un qualsiasi giorno della nostra
vita è realmente una piccola replica dell’intera esistenza.
Da tutto questo possiamo
dedurre quanto segue: se un uomo non lavora su se stesso oggi, non cambierà
mai.
Quando si dice di voler
lavorare su se stessi, ma non si lavora oggi e si rimanda tutto a domani, tale
affermazione sarà un semplice progetto e nient’altro, perché nell’oggi c’è la
replica di tutta la nostra vita.
Al riguardo esiste un detto
popolare che dice: “Non rimandare a
domani ciò che puoi fare oggi”.
Se uno dice: “Domani lavorerò su me stesso”, non lo
farà mai, perché ci sarà sempre un domani.
Questo è molto simile ad un
cartello, annuncio o iscrizione che alcuni commercianti espongono nel loro
negozio: “Oggi non si fa credito, domani
sì”.
Quando un bisognoso viene a
chiedere credito, s’imbatte nel terribile avviso e se torna il giorno dopo,
trova ancora quel dannato annuncio o cartello.
Questa è ciò che in psicologia
si chiama la “malattia del domani”, non cambierà mai.
Dobbiamo lavorare su noi
stessi oggi, con la massima e inderogabile urgenza, e non sognare pigramente un
futuro o un’opportunità straordinaria.
Coloro che dicono: “Prima farò quella certa cosa, poi lavorerò”,
non lavoreranno mai su se stessi. Costoro sono gli abitanti della terra
menzionati nelle Sacre Scritture. Ho conosciuto un grande
proprietario terriero che diceva: “Prima
devo sistemarmi, poi lavorerò su me stesso”.
Quando si ammalò in modo
incurabile andai a trovarlo e gli domandai: “Vuoi
ancora sistemarti?”.
“Rimpiango veramente di aver perso tempo”, mi rispose. Morì qualche
giorno più tardi, dopo aver riconosciuto il suo errore.
Quell’uomo possedeva molte
terre, però voleva impadronirsi delle proprietà vicine, “sistemarsi”, finché la sua tenuta non fosse stata
esattamente delimitata da quattro strade.
“A ciascun giorno basta il suo affanno!”
disse il Gran Kabir Gesù. Auto-osserviamoci oggi stesso, nell’ambito del giorno
che sempre ricorre, miniatura della nostra intera vita.
Quando un uomo inizia a
lavorare su di sé oggi stesso, quando osserva i propri dispiaceri e le proprie
pene, sta seguendo la strada del successo.
Non è possibile eliminare ciò
che non conosciamo. Prima dobbiamo osservare i nostri errori.
Dobbiamo conoscere non solo
la nostra giornata, ma anche il rapporto che abbiamo con essa. Vi è una certa
“giornata normale” che ogni persona sperimenta direttamente, salvo i fatti insoliti,
inconsueti.
È interessante osservare
la ricorrenza quotidiana, la ripetizione per ogni persona di parole, di fatti,
ecc.
Questa ripetizione o
ricorrenza di eventi e di parole merita di essere studiata, ci porta
all’autoconoscenza.
Samael Aun Weor
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